Passaggio
la melodia del quotidiano
- LIBRO FUORI CATALOGO -
Prima che il tempo possa rapirne i contorni/ e lascio ombre che addentrarsi lievi.../ S'addensano in passi di cui tempo/ si ferma al passaggio.../ del passaggio al restarne luce di ieri...
© Gioia Lomasti
Nulla è scontato nella poesia di
Gioia Lomasti. Tutto è rigorosamente al suo posto. Ogni sillaba, ogni lemma, ogni verso si trova in quella determinata posizione perché è lì che deve stare per creare il giusto effetto sonoro, la giusta vibrazione dell'anima. C'è struttura, metodo, attenta analisi della melodia, del ritmo nei versi intensi e mai scontati della Lomasti, senza scadere nell'artificio retorico a cui indulge tanta poetica contemporanea. Il suo labor limae tende inesorabile verso un'asciugatura sistematica dell'evento descritto per permettere al lettore una completa e avvolgente lettura, lontana da filtri e punti di vista. Nella sua raccolta "
Passaggio", edito da
Il Filo (anno 2008) per la sezione "LeCose", c'è una poetica del quotidiano che emerge con chiarezza e rara limpidezza, vengono cantate le vicende più umili e dimesse, quelle dei sentimenti più veri e umani: l'amore per i propri cari, per le persone a noi vicine, per la vita intesa come libero scambio, reciprocità e non violento antagonismo. La delicatezza di
Gioia Lomasti è sorprendente, lascia quasi senza fiato: "Corpo assopito.../ Ne vedo il destino / la fine del canto / che tu m'hai insegnato,/ dolore di sguardo /carpire il mio cuore" (Addio ai Nonni) e non permette alla finzione di prendere piede. Lo impedisce il verso breve e scarno, il gioco sillabico carico di dolente musicalità, la ritmica cadenzata, quasi fosse il suono di una campana durante il Vespro. Il libro strutturato in cinque passaggi, cinque momenti che si richiamano a vicenda l'uno all'altro, è una sorta di diario di anni e di ricordi lontani che si susseguono senza sosta e aprono orizzonti inaspettati, viaggi dell'anima: "Anima vagabonda/ ferma sul ciglio d'un mistero/ carpir che d'estro accinse/ che irta poi si spinse, / di vetro che s'infranse/ preludio di pianto, /dentro a te si spense/ come un soffio/ al suo canto" (Lacrima). Qui vive ed è presente la tematiche delle piccole cose, del sentimento dimesso eppure sempre pulsante che ricorda la lezione dei crepuscolari, di quella poesia che non ama il frastuono, l'esibizione, ma si ripiega su se stessa a trovare il vero senso dell'esistere, del nostro esserci.
Gioia Lomasti è l'artefice di una dolce, fragile, architettura del cuore che raramente capita di leggere e che ci suggerisce un altro modo di vivere, di cogliere le cose, gli eventi, anche quelli più tragici. Un sogno dolcissimo che sa rendersi concreto e reale come è nella natura stessa del progetto di aiuto all'associazione onlus "
Amici di Padre Gorini" pro missioni e ad altre iniziative a scopo benefico a cui ogni provento è devoluto. Una lezione di vita oltrechè una lezione di vera poesia.